PAESAGGI DEL NOSTRO PARCO

LA VALLE DEI MAGHI

Il bosco dei castagni è il luogo del nostro parco che si trova proprio nella parte dove inizia la fitta vegetazione che delimita la Piana dei Cigni dalle boscaglie che si inerpicano lungo la collina, ancora dentro al recinto del nostro podere.
Questa parte di bosco, fitta di maestosi castagni, esprime la continuazione, per così dire, della Piana dei Cigni.
Una grande estensione che avanza maestosa verso i monti, portando con sè una meravigliosa visione di paesaggi fantastici composti da grandi estensioni di prati che si racchiudono tra le grandi dorsali delle montagne che circondano questi luoghi.
Il bosco, se così lo si può definire, sembra voler inghiottire ogni cosa che esiste in esso se si pensa che, camminando lungo il sentiero pieno di ricci e foglie secche che scricchiolano sotto ai nostri piedi, intagliato solo dalle ruote dei carri e dalle impronte degli animali che vi bazzicano, è interrotto quà e la da casolari spesso adibiti alla raccolta di legname e fieno.
Il bosco delle castagne, a dire il vero assai esteso, si distingue da ogni altra parte perchè qui, nell'antichità, esisteva molta gente che viveva dei prodotti della terra.
La principale coltura arborea di gran parte di questi luoghi nei secoli scorsi fu il CASTAGNO.
Folti castagneti erano presenti vicino ai borghi maggiori (le periferie della Grande Metropoli).
Molte famiglie possedevano un piccolo castagneto che seguivano con estrema cura, perché da esso dipendeva in gran parte la sopravvivenza durante il lungo inverno e chi non ne possedeva uno spesso lavorava in quelli degli altri in cambio della terza parte del raccolto.
In primavera si procedeva alla potatura delle piante (la "scamajadura"), mentre in settembre era il momento dell'"armondatura", che consisteva nel liberare il terreno da erbe e arbusti per facilitare la raccolta dei frutti.
A volte si sistemavano delle barriere di protezione in legno o in sasso per evitare che le castagne rotolassero a valle.
Finalmente a ottobre iniziava la raccolta che richiamava tutti nei boschi.
Ancora in questo secolo le scuole venivano chiuse per permettere ai ragazzi di aiutare la famiglia.
Dopo Ognissanti tutte le castagne erano ormai cadute e quello che rimaneva veniva lasciato a poveri e forestieri ( i cosiddetti "ruspadori").
Terminato il periodo della raccolta le castagne venivano portate ai metati, localmente noti con il nome di "casoni", per farle essicare.
Il casone era una costruzione in pietra, generalmente quadrata, con una finestrella alta sul retro attraverso la quale le castagne venivano scaricate su un graticcio di pali.
Una porticina permetteva di penetrare all'interno per accendere il fuoco sotto al graticcio.
Finestrelle laterali davano luce e sfogo al fumo dei tronchi che bruciavano lentamente senza fiamma.
Occorrevano una ventina di giorni perché tutti i frutti fossero pronti.
Poi si procedeva alla "pistadura": le castagne dovevano essere ripulite dal loro rivestimento per poter essere portate al mulino e trasformate in farina.
La farina di castagne veniva pressata dentro ad apposite bigonce perché si conservasse durante l'inverno, era alla base di molti piatti che fornivano il sostentamento quotidiano per la famiglia.
Camminando lungo il sentiero che attraversa questo bosco si possono sentire i canti degli uccelli, i fremiti dei rami, accompagnati quà e là dalla caduta dei ricci delle castagne che a volte cadono pure sulle spalle o sulla testa.
Il fruscio dell'erba ormai rossiccia e secca che fiancheggia il sentiero sulla quale ormai si sono appoggiate le prime foglie secche cadute dagli alberi, ci accompagnano in questi luoghi e il loro rumore sembra proprio una voce che racconta la vita delle popolazioni vissute nei molti secoli passati.
Cercando di descrivere questo bosco, mi sorgono alla mente tutti i ricordi della vita passata, quando andavo a raccogliere le castagne con i miei amici e si faceva a gara per vedere chi ne raccoglieva di più.
All'orizzonte, tra il fogliame dei castagni, si possono vedere le verdissime montagne che terminano con la loro punta azzurrognola, solcata quà e là da chiazze bianche che, confondendosi con l'azzurro firmamento, sembrano neve.
Il Bosco delle castagne in effetti è un luogo pianeggiante che continua fino a congiungersi con La Valle dei Maghi sulla sinistra del fiume Stilla e al Colle della Forca sulla destra.
Qua e là, tra bosco e prato, si nota ancora qualche antico casolare che fa capolino tra le numerose piante che qui hanno trovato il loro ambiente ideale, quasi a voler mostrare agli attuali abitanti della Grande Metropoli i costumi del vivere antico.
Ad un certo punto del sentiero, proprio nel mezzo di questa grande boscaglia di castagni che confina con la Piana dei Cigni, occorre decidere quale direzione prendere, dato che si presentano ai nostri occhi due strade, di cui una prosegue in discesa lungo un pendio che porta al fiume Stilla.
Questo sentiero, che dimostra di essere la continuazione lungo l'argine del fiume che poi si inerpica a monte per raggiungere un capitello che ricorda San Rocco, gode di un ambiente fresco, dove però moltissimi moscerini disturbano il nostro passaggio.
L'altro sentiero, invece, svoltando sulla sinistra, si immerge in una fitta vegetazione dove, camminando, con la testa spesso si sfiorano i rami che pendono dagli alberi.
Volendo descrivere la pianta del castagno, che qui dimostra di essere il re della vegetazione, potremmo immaginarci di essere sotto ad una pianta maestosa, mentre calpestiamo un terreno pieno di foglie e ricci spinosi dalla forma rotondeggiante.
Secondo un vecchio detto, le tre castagne del riccio erano destinate una al padrone, una al contadino e una ai poveri.
Quasi tutti i boschi di questi luoghi fantastici, sono di proprietà privata e quindi è necessario rispettare alcune regole prima di andarvi a raccogliere castagne:
- Evitare di andare in un castagneto che sia ben curato e con il suolo pulito, se non addirittura recintato; per entrarvi chiedere il permesso del proprietario.
- Avere il massimo rispetto per il bosco ed evitare di compiere delle vere e proprie razzie.
- Procurarsi un bastone per scostare foglie, aprire i ricci ed evitare ruzzoloni lungo i pendii.
- Per riporre il raccolto non utilizzare sacchetti di plastica che non fanno respirare i frutti ma sacchetti di iuta o cestini di vimini.
- Non raccogliere e non distruggere le castagne avariate o marce perchè sono necessarie all'equilibrio del bosco.
- Scartare i frutti soffici al tatto (sono attaccati da parassiti) oppure polverosi o opachi (quasi certamente sono bacati).
La castagna da portare a casa è intatta, turgida e asciutta; all'assaggio è dolce.
Più in là, proprio ai piedi di un grosso tronco ricoperto di verde muschio, scorgiamo uno scoiattolo dalla coda lunghissima che, al nostro arrivo, si arrampica velocissimo lungo il tronco.
Qua e là, osservando il terreno, notiamo la presenza di qualche ceppo di piante tagliate e ormai logorato dagli eventi naturali.
In questo punto del sentiero le fronde degli alberi nascondono quasi completamente il cielo sopra di noi, facendo apparire quà e là qualche spiraglio di luce talvolta allargato o ristretto dai loro movimenti provocati dal vento.
Se vorrai proseguire lungo la strada che ti permetterà di visitare questi luoghi, clicca sui link che appaiono o appariranno in futuro in questa pagina.

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