La Gola del Drago è la zona del nostro parco che si trova proprio nella parte più a monte della Valle dei Maghi.
In effetti, imboccando la strada che veniva indicata come La Gola del Drago, il sentiero continua lungo il bosco per una ventina di minuti e poi, tutto ad un tratto, esce allo scoperto, facendoci camminare lungo un sentiero che attraversa un'immensa piana erbosa ricca di Papaveri in fiore, girasoli e bianchi soffioni.
Questo luogo però si riferisce ancora alla lunghissima Valle dei Maghi, che, mano a mano che si avanza tra il verde, si restringe riuscendo a volte anche a farci camminare lungo un sentiero immerso in una culla di verde straordinariamente intenso.
Dopo una camminata di tre ore, finalmente, tra strettoie e larghe estensioni erbose, giungiamo in un punto cruciale, un punto dove la valle si restringe molto forte, quasi a volerci inghiottire in una gola naturale, una gola che, prima di restringersi, ci invita ad entrare in una pineta fittissima, quasi per accoglierci gentilmente prima di inghiottirci definitivamente.
Il sentiero, fiancheggiato alla nostra sinistra da una grandiosa parete di roccia nuda, solcata quà e là da cespugli di muschio e licheni, ora diventa più stretto e più pericoloso, dato che alla nostra destra si trova la scarpata che porta, dopo una ventina di metri di pendio, nel fiume Stilla.
In questo punto, che diventa proprio un tempio di echi di ogni genere, anche i nostri passi producono il loro eco sul pendio opposto al fiume.
Camminando lungo il sentiero, mentre sopra le nostre teste le chiome dei larici ci proteggono dal sole, incontriamo moltissime ragnatele che attraversano il nostro percorso, producendo sulla nostra faccia moltissimo solletico che a volte ci rende nervosi.
Il rumore violento del fiume, che proprio in questa valle acquista forza dovuta alle forti discese dell'acqua dei fiumiciattoli che lo alimentano, molto spesso anche alimentato dall'eco tra le piante del bosco e delle pareti rocciose, copre la nostra voce e i nostri passi.
Il sentiero, tutto ad un tratto, effettua una curva a serpentina, prima a destra e poi a sinistra, introducendoci tra due rocce distanti tra loro soltanto una decina di metri, lasciando alle nostre spalle il furioso rumore del fiume.
In questo punto, mentre noi continuiamo il nostro cammino per raggiungere la Gola del Drago, mano a mano che alle nostre spalle abbandoniamo il fiume Stilla,veniamo avvolti dal silenzio più profondo, interrotto soltanto dal fruscio dell'erba che sfiora i nostri polpacci.
Anche gli uccelli, forse perchè non amanti di questo luogo, hanno preferito rimanere nella valle dei Maghi per non essere inghiottiti da queste zone squallide di vita.
Il sentiero, dopo le numerose curve provocate dalle sporgenze delle grosse rocce che mostrano le loro gigantesche protuberanze come pugni contro il nemico, presto si immerge ancora nel bosco in una discesa ripida che si conclude con uno spettacolo eccezionale.
Una piana ovale tutta circondata da un semicerchio di mostruose rocce che si protendono come una barriera, come a voler proteggere il loro Drago.
Osservando nella parte più bassa della piana, vediamo una roccia bianca che si protende con maggior imponenza verso di noi come ad invitarci ad osservarla.
Sotto di essa, tra una miriade di erbe strane che si arrampicano lungo le creste, osserviamo un'apertura che sembra quasi una bocca.
Dopo esserci avvicinati, veniamo subito investiti da un centinaio di pipistrelli e gufi che, al nostro rumore, fuggono verso le cime più alte della roccia, scomparendo tra la vegetazione.
L'interno della caverna è animato da un rumore cupo simile ad un torrente d'acqua e ad un alveare gigantesco.
Non avendo per il momento le attrezzature necessarie ad esplorare la caverna, cerchiamo di esplorare il luogo e, proprio in un angolo nascosto della piana, tra alcune mughe, scopriamo alcuni sassi grandi come delle grosse uova.
Nella grande metropoli del web si racconta che quassù il Grande Drago utilizzasse questi sassi per un gioco che a lui piaceva molto durante le ore della giornata in cui usciva allo scoperto nella piana.
Si racconta anche che, il giorno in cui un mago riuscì a catturare il Drago, questi sassi si fossero nascosti come pulcini in questa parte cercando di salvarsi dalle mani magiche di quel Mago.
Si racconta che il giorno in cui il mago riuscì a catturare il drago tutte le piante avessero abbassato le loro fronde per cercare di imprigionare il mago in un labirinto di verde.
Il mago, che abitava nella Valle dei Maghi proprio in una piccola casa costruita su un prato sopra ad una rupe di roccia definita la Cava del Corvo, aveva un asinello goloso di mangiare le mele secche.
Quando l'asinello vide che il mago non faceva ritorno, si liberò della catena ed andò lui stesso alla ricerca del padrone.
Il mago, dopo un difficile cammino tra le piante che ostacolavano il cammino, fu trovato proprio in questa piana, quasi esanime, accanto alla carcassa del Grande Drago.
Il mago, commosso nel vedere che il suo asinello lo aveva salvato, decise di chiamare il suo appezzamento la Piana del Ciuco, onde dare al suo asinello una piccola ricompensa per averlo salvato.