Racconto scritto da Andrea Camporese - Sottomarina di Chioggia - Venezia
CAPITOLO N. 7
L'indomani, la colossale sgridata del commissario non si fece attendere a lungo.
Si presentò con aria decisa a casa di Manetti verso le otto del mattino, e bussò alla porta in un modo tanto irruento che sembrava volesse buttarla giù.
"Chi è"?
La risposta non si fece udire, mentre continuavano sempre più violenti i colpi sulla porta.
"E arrivo"!
Appena Manetti aprì, il commissario gli diede una spinta per entrare e poi si richiuse la porta alle spalle.
"Ma è diventato matto"?
"Credevi che non mi sarei incazzato forse"?
"No, me lo aspettavo.
Comunque si può mettere l'anima in pace perchè in proposito io non ho cambiato idea".
"Questa è la prima volta che non esegui i miei ordini.
Perchè ci tieni tanto a questo caso"?
"Senta! In questo ultimo periodo mi sono giunte tante di quelle notizie di cronaca che citano omicidi, bande di criminali, che l'idea di farmi scappare uno di loro mi fa impazzire.
Quindi è inutile che lei continui ad assillarmi, perchè io voglio scoprire chi è quello lì".
"Potrei prendere dei seri provvedimenti nei tuoi confronti sai"?
"Non me ne frega niente"!
A quel punto i due iniziarono ad alzare la voce.
"Non te nefrega niente"?
"No"!
"E allora farò quello che devo fare".
"No! Adesso mi ascolta!
Ieri sono andato alla ferrovia, ed ho trovato un orologio.
Orologio che non ho visto in precedenza, e questo vuol dire che la traccia che porta all'assassino potrebbe essere ancora lì".
"E quell'orologio che fine ha fatto"?
"L'ho ridato al proprietario".
"E come hai fatto a scoprire chi era il proprietario"?
"Sono affari miei"!
"Cosa"?
"Sì! Lei ha detto che questo caso non le interessa più, e siccome a me invece interessa ancora me lo gestisco io"!
"Tu stai alzando un po' troppo la cresta caro.
Stai attento".
"è una minaccia"?
"Tu che ne dici"?
"Non mi interessa.
E adesso mi lasci in pace".
"Mi stai buttando fuori"?
"Lei che ne dice"?
"E va bene, va bene.
Però se poi ti trovi qualche...
Lasciamo perdere che è meglio per tutti".
"Poi, quando avrò trovato l'assassino mi ringrazierà".
"Auguri allora. Ma visto che la metti su questo piano, voglio vederti in commissariato solo quando avrai rimesso la testa apposto, o quando avrai trovato l'assassino, e per aver trovato l'assassino vuol dire che dovrai presentarmi il caso ricco di prove schiaccianti".
Mentre il commissario pronunciava quelle parole si dirigeva verso la porta d'ingresso per uscire, e Manetti invece rimaneva impalato con la schiena appoggiata al muro situato dalla parte opposta.
"Ricordati"! Continuò con la maniglia in mano. "Ti do tempo un mese per concludere il tuo lavoro.
Se non ti fai sentire entro trenta giorni esatti puoi dire addio alla tua carriera.
Ci puoi giurare. E adesso arrangiati"!
Se ne andò sbattendo la porta, lasciando Manetti senza parole.
Una serie di pensieri confusi cominciò a turbinargli in testa, fino a quando gli venne in mente di provare a chiedere aiuto al suo collega Fusco.
Lo chiamò a casa sperando in una buona riuscita.
"Pronto", "Ciao Stefano, sono Lorenzo".
"Manetti! Allora com'è cominciata la giornata"?
"Senti, piantala di usare questo tono sarcastico con me.
Ti ho chiamato per chiederti aiuto".
"Aiuto? Aspetta a chiedermi aiuto, perchè quando il commissario"...
"Il commissario è già venuto a darmi una bella lavata di testa, ma io gli ho fatto capire di non aver cambiato idea".
"Sei proprio testardo sai?
E adesso che cosa vuoi da me"?
"Voglio chiederti se vuoi aiutarmi a trovare l'assassino".
Cosa"? Domandò con tono indispettito.
"Ma stai sognando per caso"?
"E dai! Non hai niente da fare e così ho pensato che magari potevi darmi una mano".
"Ma tu sei impazzito! Mi sto riposando dopo un sacco di lavoro e adesso tu vorresti assegnarmi un caso irrisolvibile".
"Ma io non voglio assegnarti niente!
Ti ho solo chiesto di farlo assieme e basta!
E poi visto che sei così stanco, perchè sei voluto venire a vedere il corpo per la prima volta giù alla ferrovia"?
"Perchè l'avevo preso come stimolo per ricominciare a lavorare, ma quando ho capito che l'assassino è stato troppo furbo ho lasciato perdere.
E comunque non cambiare discorso.
Lo sai anche tu che non si può arrivare a lui".
"Non è vero"!
"Ma svegliati! L'unico che ci crede sei tu! E io francamente non ho voglia di farmi incantare da te.
Se vuoi continuare questa pazzia arrangiati da solo.
Io non mi immischio".
"Quindi non mi aiuti"?
"No".
"E allora va a fan culo"!
Manetti sbattè il telefono in faccia a Fusco, il quale non esitò a mettere giù a sua volta la cornetta con un sorriso maligno stampato in volto.
Quando si vide costretto a doversela cavare per conto proprio, fu preso da una furia indescrivibile che lo spinse a catapultarsi ancora una volta in obitorio.
Il medico legale si trovò davanti un Manetti molto diverso dal solito.
"Ma che succede"?
"Sto impazzendo.
Dov'è il corpo"?
"L'abbiamo sepolto".
"Cosa"?
"Ma che dovevamo fare?
Le ho già detto tempo indietro che non c'è altro da scoprire no"?
"Sì, ma mi è venuto un dubbio.
Gli ha controllato il cranio"?
"Adesso che mi ci fa pensare non ho fatto molta attenzione a quel particolare".
"Dovete riesumarlo".
"Cosa?
Ma ormai sarà in putrefazione"!
"Non me ne frega niente!
Deve controllare la scatola cranica".
"ma a che scopo"?
"Voglio vedere se gli è stata data una botta in testa per stordirlo, per riuscire a legarlo alla rotaia".
"E anche se scoprisse che effettivamente c'è una botta o una frattura sulla scatola cranica che cosa risolverebbe?
Potrebbe anche essere stato il treno a provocarla".
"Lo so, ma quando lo avrò scoperto sarò più tranquillo".
In seguito il corpo fu riesumato e si iniziarono gli accertamenti sulla cosa, con Manetti sempre presente ad osservare con occhi di falco.
"Ineffetti una botta c'è e anche bella evidente". Disse il medico legale.
"Ha visto"?
"E sul lato destro, quasi sopra l'orecchio, c'è una frattura abbastanza estesa".
"Beh, questa è senz'altro un'opera dell'assassino perchè quando sono andato sul luogo del delitto assieme al mio collega il corpo era sistemato in una posizione per la quale è impossibile che sia stato il treno a provocare la frattura.
Sulla botta non posso averne la certezza visto che è sul lato sinistro, ma a destra non c'è dubbio, quest'uomo è stato colpito duro per fargli perdere i sensi".
"Mi raccomando, trovi l'assassino perchè a mio giudizio quello è un uomo diabolico e pericoloso".
"Stia tranquillo, ho voglia di trovarlo anch'io.
La saluto".
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domenica 10 dicembre 2000 01.14.03